Home Attualità Santagata l’aveva detto. Il caso migranti e la disparità di giudizio.

Santagata l’aveva detto. Il caso migranti e la disparità di giudizio.

La vicenda che ha interessato il Comune di Vitulano in questi ultimi giorni, riporta alla luce una problematica che quotidianamente alimenta polemiche sui social network, riempie ore di palinsesti televisivi e intere colonne di giornali. Il Sindaco di Vitulano, Raffaele Scarinzi, sbarra con del terreno una strada che conduce ad un agriturismo di campagna sito nel territorio comunale vitulanese. Il perché di questo gesto, plateale ma per certi aspetti anche comprensibile, e’ da ricercarsi nell’arrivo di nuovi migranti. In seguito al sequestro di una struttura di accoglienza sita nel territorio provinciale infatti,  34 nigeriani si sono ritrovati senza un luogo fisico dove poter stare. Con misura d’urgenza il Prefetto di Benevento, individua in breve tempo, una nuova struttura sita proprio nel territorio vitulanese. Una struttura che, a detta del primo cittadino Scarinzi, avrebbe potuto accogliere in condizioni ottimali, un numero massimo di 12 persone. Considerando altresì un fattore non certamente secondario, quello della non volontà da parte dei migranti stessi di essere trasferiti in una zona poco vicina al centro abitato. Protesta pur comprensibile, qualora fosse stata attuata nelle forme e nei modi consoni al vivere civile. I fatti parlano di un successivo trasferimento dei restanti 22 migranti in una struttura di Apollosa, altro comune sannita.

Non si bolli Vitulano come un paese razzista. Non credo che tale possa definirsi. Sistemando il cassetto dei ricordi però, non si può mettere da parte un altro gesto plateale, che allora, sempre internamente lo stesso tema, fece ampiamente discutere. Ad inizio dell’estate del 2015, l’allora primo cittadino di Cerreto Sannita, Pasquale Santagata, faceva affiggere sul territorio del comune titernino, un manifesto a sua firma nel quale si spiegava, senza mezzi termini, come una presenza di migranti, senza possibilità concrete di integrazione, non fosse particolarmente gradita nel Comune del quale era sindaco. Il manifesto ricevette gli apprezzamenti della stragrande maggioranza del popolo del web e la notizia, approfondita nei dettagli, venne ripresa da testate giornalistiche nazionali. Non solo apprezzamenti però, ma, come spesso accade in questi casi, anche pesanti critiche.

Santagata, bollato allora come razzista, fu però seguito a ruota sulla stessa falsariga da altri primi cittadini sanniti che, in forme, modi e tempi diversi, chiesero maggiore considerazione da parte della Prefettura relativamente alla distribuzione dei migranti. Ci sarebbe da riflettere, molto. E successivamente sarebbe necessario, coscienziosamente, porsi alcune domande. Qualora il sindaco di Vitulano si fosse chiamato Pasquale Santagata? Perché diciamolo, senza ipocrisia o partigianeria, spesso l’appartenenza politica identifica le persone. L’appartenenza politica bolla, mette il marchio, smuove pregiudizi. L’appartenenza politica crea giudizi a prescindere, crea opinioni preconcette. E’ facile passare da eroe a razzista, anche con oggettiva uguaglianza di fatti. Perché a volte alcune cose potrebbero anche non essere comprese, ma il tempo, a prescindere dal suo scorrere inesorabile, e’ galantuomo. Santagata avrebbe, in questi giorni di clamore mediatico che la vicenda di Vitulano sta producendo, potuto dire, sommessamente, ‘’forse avevo ragione’’. Invece no, la ragione non si sbandiera, ma si dimostra. Forse, anche se a qualcuno non potrebbe far piacere, oggi possiamo dire ‘’il sindaco Santagata l’aveva detto’’.